“Istinto supremo”, un’opera d’arte celebra a Lodi lo spirito eroico dei pompieri di tutto il mondo e di ogni tempo

Con il suggello della scultura di Antonio De Paoli, inaugurata lo scorso 9 giugno, il lavoro di costruzione del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Lodi, può dirsi ormai concluso. Non un semplice “tocco finale”, e non solo un «monumento ai caduti, ma un inno alla vita e al futuro», come ha detto l’artista durante la toccante cerimonia di inaugurazione

L’opera è dedicata all’istinto supremo, quella zona d’ombra che configura il nostro servizio, in cui si vince il proprio istinto di sopravvivenza», ha spiegato il Comandante provinciale del Comando di Lodi, Massimo Stucchi. «Per quanto si stia attenti a non farsi male e si sia protetti da adeguati strumenti, ci si trova spesso in quella zona d’ombra, di fronte a scelte che purtroppo possono anche rivelarsi sbagliate. L’istinto supremo è quindi l’espressione massima della dedizione agli altri, quel “tentare il tutto per tutto” che è costato la vita a tanti di noi», ha proseguito il comandante, ricordando come esempio il sacrificio
Presenti alla celebrazione le Autorità provinciali e cittadine, i Vigili del Fuoco dei distaccamenti volontari di Casalpusterlengo e Sant’Angelo, insieme ai rappresentanti delle associazioni d’arma e al gruppo bandistico Città di Lodi, con alla testa un piccolissimo tamburino, mascotte del gruppo
estremo dei pompieri di New York vittime del crollo delle Torri Gemelle. «In questa caserma nuovissima non era stato ancora dato il giusto rilievo a chi aveva perso la vita e vogliamo dedicare questo monumento ai tanti di noi che non sono mai stati celebrati», ha continuato spiegando che «il gruppo scultoreo monumentale si inserisce nel contesto architettonico della caserma e con la rampa espositiva diventa un sito interattivo al variare delle sue funzioni. Si tratta infatti di una sorta di “teca espositiva”, che potrà fare da cornice di volta in volta a diversi temi». Nell’occasione, infatti, sulla rampa del complesso monumentale, a far bella mostra di sé un mezzo che ha fatto storia restaurato dai vigili del Fuoco.

È stata poi presentata nel dettaglio la scultura, a cura dello stesso artista, Antonio De Paoli. «Un altare laico interattivo», lo ha definito il maestro nella sua presentazione, «un bassorilievo che prende vita,  diventando tridimensionale e offrendo un’istantanea dell’azione di soccorso»
«In questa fusione dell’organico e meccanico si trova il simbolo di uomini uniti ai mezzi che formano una “macchina di soccorso” diventando un “corpo solo” creato per la salvaguardia dell’esistente», scrive il critico d’arte Teresio Fasani…

La scultura, realizzata in bronzo e acciaio, coglie infatti l’attimo drammatico del salvataggio di un uomo seppellito dalle macerie, di cui si vede solo una mano implorare aiuto. È un Vigile del Fuoco di oggi a tendergli la mano, ma c’è un’altra presenza che lo assiste nell’impresa, un pompiere in divisa storica che impugna una lancia antincendio per spegnere gli ultimi focolai di un rogo. « Il tutto si svolge in piena interazione spaziotemporale», ha spiegato il maestro, « rappresentando una sorta di passaggio di consegne dalla storia all’attualità». È stata poi la volta del prefetto Antonio Corona, Che nel suo intervento ha fatto riferimento all’immaginario infantile, dove è ben presente la figura del pompiere, incarnando spesso il sogno di una futura professione. Ha reso poi omaggio ai Vigili del Fuoco nel loro complesso, «che lavorano senza un copione prestabilito con la passione che fa gettare il cuore oltre l’ostacolo». Prima della scopertura del monumento, il Vescovo di Lodi, Monsignor Maurizio Malvestiti ha impartito la benedizione con le belle parole: «L’istinto supremo è quello che raccoglie ogni sacrificio per dare eternità all’amore».