Il “S.Francesco” dell’artista pavese De Paoli a Piandarca

A giugno la posa dell’opera d’arte nell’area dove il Santo predicò agli uccelli

Il “S.Francesco” dell’artista pavese De Paoli a Piandarca

Entrare nel laboratorio alla frazione La Novellina di Corvino San Quirico e scoprire l’estasi. Quella di San Francesco, scolpita dallo scultore pavese Antonio De Paoli. Si avvicina molto alla sindrome di Stendhal la sensazione di rapimento di fronte a questa figura che abbraccia il creato, in uno slancio tra terra e cielo.

Mercoledì 23 marzo una delegazione umbra ha visitato il ‘quartier generale’ dell’artista De Paoli in vista del prossimo 12 giugno, data in cui la statua, fusa in bronzo, verrà posta a Piandarca di Cannara, a suggellare la vittoria di De Paoli nel concorso internazionale di cui parliamo nel box sottostante.

De Paoli ha mostrato l’opera ancora in divenire al sindaco di Cannara Fabrizio Gareggia, al coordinatore del Comitato committente Ottaviano Turrioni, ai collaboratori del ‘progetto Piandarca’ Patrizia Sensi, Francesco Raspa e Giuseppe Tranquilli ed anche al vicesindaco di Corvino San Quirico Fabio Bruni.

“Rispetto all’iconografia classica di S. Francesco” spiega Antonio De Paoli, “quest’opera è ‘sospesa’ in punta di piedi e sembra stia per prendere il volo insieme agli uccelli. Francesco è invaso dalla luce di Dio, ho lavorato parecchio sul volto rimodellandolo di continuo perché volevo tratti fisiognomici non ben definiti. La veste è molto materica, ma orientata a diventare puro spirito: l’ascensionalità era il mio obiettivo primario. Francesco, dunque, non ha le mani giunte, è uomo che ha un contatto privilegiato con Dio”.

L’opera è davvero ‘vibrante’ ed ha coinvolto quasi ‘visceralmente’ De Paoli nel processo creativo. “E’ stata una realizzazione durata più di due mesi e mi ha coinvolto emotivamente e spiritualmente più di qualsiasi altra mia opera. Tanto che fatico a separarmi dalla statua ora che deve partire per la fonderia”.

Alta 2,40 metri, scolpita da un blocco unico di polistirolo ad alta densità, rivestita con plastilina diventerà bron

zo dopo il processo di fusione a cera persa (in un laboratorio di Verona, dove verrà realizzato uno stampo con terra refrattaria, una colata in cera e una successiva colata in bronzo).

S.Francesco sarà installato su un perno interrato, ma comunque rimarrà elevato per mantenere il giusto distacco da terra. In un momento così drammatico per le vicende internazionali l’armonia e il messaggio di pace che scaturiscono da questa opera ci spingono a pensare al bello e all’immortale messaggio di pace dell’arte.

Complimenti al maestro De Paoli. Con la sua vittoria al concorso e con il legame tessuto con la comunità di Cannara ha contribuito a creare un gemellaggio tra il nostro territorio e la terra del Santo di Assisi.

Lo scultore pavese Antonio De

Paoli accanto alla sua realizzazione nel laboratorio di Corvino San Quirico

L’opera sarà collocata accanto al grande ʻTau’

L’ “Estasi di S.Francesco” dello scultore pavese Antonio De Paoli ha una genesi lontana. Nel 2017 De Paoli ha vinto il concorso internazionale (al quale hanno partecipato circa 200 artisti) istituito dalla parrocchia di Cannara e sostenuto dall’Ordine Francescano. Dopo anni tormentati e ritardi dovuti alla difficoltà di reperire finanziamenti e, ovviamente, alla pandemia, ora è tutto pronto per l’installazione.

L’opera verrà collocata nel luogo mistico della predicazione agli uccelli di S.Francesco, Piandarca di Cannara. Piandarca custodisce da secoli il messaggio francescano di armonia con il Creato. Per ricordare l’evento è stato realizzato un grande Tau naturale (nella foto), illuminato di notte per tutto il perimetro da luci speciali a led. S. Francesco rappresenta un ulteriore tassello nella straordinaria produzione di De Paoli che ha vinto decine di concorsi.

Sono suoi il monumento a Voghera in ricordo del pugile Giovanni Parisi, il monumento della nuova caserma dei Vigili del fuoco di Lodi, quello davanti alla sede della Guardia Costiera di Livorno, oltre a numerose opere sacre ed anche alcuni port

ali di chiese (come ad esempio quella di Casorate Primo).

di Matteo Ranzini

Fonti: IL TICINO 1 APRILE 2022