Intervista con De Paoli

Nelle mie opere cerco di trasmettere qualcosa che vada al di là delle immagini

Antonio De Paoli, 53 anni, di origini oltre-padane, è scultore e scenografo. Si laurea nel 1989 a pieni voti all’Accademia delle Belle Arti di Brera. La scenografia lo introduce nel mondo della produzione artistica, prima alla Fininvest, successivamente in Rai come scenografo “titolare”, lavorando alla realizzazione di alcuni programmi: “Paperissima”, “La Melevisione”, “Solle-tico”, il “Giro d’Italia”. Si avvicina all’attività artistica verso la fine degli anni ’90 con il ciclo pittorico, la “Porta del Giubileo” e le 14 formelle della via Crucis nella chiesa di San Vittore a Casorate Primo.

L’impronta artistica parte dal mondo classico e rinascimentale, legato alla metafisica e al neosimbolismo. Teatro e “bottega” delle sue creazioni diviene lo studio d’arte a Corvino San Quirico, tra i suggestivi poggi verdeggianti dell’Oltrepò. Nelle opere De Paoli cerca sempre di trasmettere qualcosa che vada al di là dell’immagine, che evochi il personaggio o gli avvenimenti sacri. Le tematiche sono varie: si passa dai temi sociali a quelli storici, da quelli cristiani ai concetti astratti, legati al mondo moderno dove l’uomo è sempre protagonista.

L’arte sacra diviene l’epicentro della produzione di De Paoli: enti pubblici, soggetti privati, enti ecclesiastici gli commissionano lavori di pittura e scultura, tra i quali si segnalano le sculture in terracotta per l’eremo di Sant’Alberto di Butrio e le statue di San Luigi Versiglia e San Luigi Orione per la facciata della chiesa parrocchiale di Lungavilla. La sua sensibilità e la sua intuizione artistica sono alla base di due opere che spiccano per autenticità e trasporto emotivo: la scultura monumentale posta sulla tomba di Davide Achilli, vigile del fuoco deceduto in servizio a Voghera, e la statua di Giovanni Parisi, pugile tragicamente scomparso, che oggi campeggia di fronte alla sede della Boxe Voghera.

Dal 2013 ad oggi ha vinto dieci concorsi internazionali, portando avanti, in contemporanea, l’attività di scultore in tutta Italia. L’ultimo vinto, quello relativo al progetto della chiesa all’aperto, per quanto riguarda la realizzazione dell’altare e della statua dedicata a San Francesco, nelle vicinanze di Assisi, nel luogo dove il Santo predicò agli uccelli. De Paoli, il suo nome in Oltrepò è legato in particolar modo a due sculture monumentali da lei realizzate: una dedicata alla memoria di Giovanni Parisi, l’altra di Davide Achilli, vigile del fuoco deceduto in servizio.

Come nasce l’idea di una scultura monumentale e nel caso specifico come è nata l’idea di rappresentare proprio “in quel modo” Davide e Giovanni?

«Le opere sono nate da due committenze diverse: per Davide Achilli, la realizzazione dell’opera mi è stata commissionata nel 2010 dal padre, che desiderava un busto tridimensionale che rappresentasse un vigile del fuoco in azione. Invece, per quanto riguarda Giovanni Parisi, la committenza nacque 4 anni dopo ad opera di Antonio Perugino, amico dell’atleta e fondatore dell’Associazione “Tutti insieme per Parisi” e fu inaugurata nel 2016. Anche in questo caso, come per Achilli, ho desiderato rappresentare l’individuo in movimento, nell’atto del combattimento».

Ha avuto piena libertà nella creazione delle opere o spesso chi le commissiona ha delle esigenze che limitano o indirizzano la sua creatività?

«Diciamo che il 70% delle opere che creo, sono progettate ed eseguite con un certo margine di libertà e autonomia. Mi viene dato tempo e spazio per realizzare l’idea. A volte ci sono eccezioni legate a committenze molto specifiche, dove non posso agire in autonomia. Ad esempio nel caso del gruppo Alpini di Abbiategrasso, che mi commissionò un monumento montato su una rotonda in centro città. In quel frangente non ebbi la possibilità di progettare, ma solo di realizzare. Anche per quanto riguarda i concorsi, i vincoli sono parecchi… sia in materia di dimensioni che di tematiche, spesso indicate nei bandi».

Quanto tempo ha impiegato per la loro realizzazione?

«Dipende dal materiale, dalla struttura e dall’iter di realizzazione dell’opera. Tendenzialmente, si parte dalla creazione di un modello in scala reale e successivamente viene fatto lo stampo siliconico, in cera o in bronzo, da parte di una fonderia artistica. Posso dire che, mediamente, un monumento viene ultimato in nove mesi. Naturalmente tenendo conto di eventuali allungamenti in merito alla burocrazia e alla ricerca dei materiali…».

De Paoli, nel suo curriculum figura una lunga carriera tv in qualità di scenografo. Tra i programmi tv più celebri di cui ha curato la scenografia “Paperissima”… Quanto lavoro c’è dietro la realizzazione di una scenografia?

«Diciamo che ho sempre lavorato come assistente scenografo, in quanto affidata-rio della progettazione della scenografia; la realizzazione viene solitamente appaltata a ditte esterne che si occupano di scenotecnica, oppure a laboratori di falegnameria. L’esperienza legata a “Paperissima” è stata molto divertente e interessante, trattandosi delle prime edizioni del programma. Anche in questo caso mi è stato dato un ampio margine di libertà nella realizzazione degli scenari, rapportandomi sempre e comunque alle indicazioni del mio capo.

Una volta approdato in Rai, sono diventato scenografo titolare a tutti gli effetti; tra le mie esperienze, ricordo con piacere “Solletico”, “La Melevisione” e soprattutto “il Giro D’Italia”, per il quale ho realizzato uno studio mobile. Dal 2000 in poi la mia vita cambiò radicalmente, in quanto a Milano si respirava aria di crisi e gli scenografi venivano chiamati dalla sede di Roma.. questo mi portò davanti a un bivio. Trasferirmi a Roma o continuare la mia carriera milanese? Da qui arrivai al cambio di rotta…».

Mi ricollego alla domanda precedente: questo cambio di rotta portò ad un avvicinamento all’attività scultorea. Come iniziò questa passione?

«Qui dobbiamo tornare indietro di qualche anno, perché questo cambiamento arriva da una passione che già portavo avanti in contemporanea all’attività di scenografo: il restauro. Già mi occupavo del ripristino degli affreschi delle chiese. Dalla conoscenza con Don Sante Torretta, parroco di Casorate Primo, nacque un grande rapporto professionale e di amicizia. Gli prospettai l’idea di occuparmi del ciclo pittorico ex novo delle due cappelle laterali e dell’abside della chiesa di San Vittore; immediatamente mi misi subito al lavoro, progettando come farebbe un maestro rinascimentale. A partire dagli ultimi anni ’90 iniziai a lavorare come scultore; il mio primo lavoro fu la creazione di 14 formelle della via Crucis nella chiesa di San Vittore a Casorate Primo.

Nel 2000 creai la “Porta del Giubileo” inaugurata da Monsignor Ravasi, rappresentazione della storia della cristianità dalla Bibbia ai tempi nostri, ultimata nel 2002 con la creazione delle due porte laterali. Nel 2004 realizzai un altorilievo in terracotta all’ingresso dell’eremo di Sant’Alberto di Butrio, dedicato al Miracolo del Pozzo. Nel 2008, mi occupai della grotta sottostante all’abbazia con la statua dedicata al Santo. Tra le opere più recenti, ricordiamo il monumento dedicato a Don Remotti, sito a Casalnoceto.

Tra gli ultimi lavori più importanti il monumento dedicato ai Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Lodi e il complesso scultoreo dedicato alla Guardia Costiera di Livorno. Il tema che ho scelto per l’opera è attualissimo, ovvero il soccorso in mare, per il quale sono mobilitati da anni uomini e mezzi della Guardia Costiera. L’opera si caratterizza per la stilizzazione di una prua (3 X 5 metri) in marmo di Carrara, che interromperà la cancellata davanti alla sede; sotto di essa sono state scolpite le onde, mentre un blocco in cemento ha ospitato due pannelli bronzei. Sul primo è stata raffigurata una scena di salvataggio in mare (con mani e braccia tese nello sforzo del soccorso), sul secondo sono raffigurati i mezzi di soccorso (elicotteri e motovedetta)».

A che movimento appartengono le sue opere e quali sono le tematiche affrontate?

«è una domanda interessante, anche perché non è facile rispondere… al di là delle varie correnti artistiche, mi considero un po’ un outsider. La mia base di partenza è sempre e comunque il mondo classico e rinascimentale, legato alla metafisica e al simbolismo. Potrei definirmi un neosimbolista, figurativo, ma non troppo! Nelle mie opere, cerco sempre di trasmettere qualcosa che vada al di là dell’immagine, che evochi il personaggio o gli avvenimenti sacri. Le tematiche sono varie: si passa dai temi sociali a quelli storici, da quelli cristiani ai concetti astratti, legati al mondo moderno».

Ad un certo punto della sua carriera si è dedicato all’arte sacra: dalle sculture in terracotta per l’eremo di Sant’Alberto di Butrio alle statue di San Luigi Versiglia e San Luigi Orione per la facciata della chiesa parrocchiale di Lungavilla. Da dove è giunta l’ispirazione per gli affreschi e l’arte sacra?

«Le opere nascono sempre da committenze pubbliche e private. In questo caso, il passaggio da pittura a scultura è nato da una casualità, legata appunto all’incontro con Don Sante Torretta, anche se la mia attività di scultore è nata in studio parallelamente all’attività di scenografo. Dai primi anni ’90 ho sentito l’esigenza di rendere i miei quadri tridimensionali, le forme tendevano a uscire dalla composizione e da qui la necessità di farle diventare sculture vere e proprie. Questo è stato il punto di partenza per la mia arte scultorea… dal 2010 in poi, mi sono avvicinato un po’ di più all’arte laica e alle opere pubbliche, con la creazione dei monumenti dedicati a Giovanni Parisi e Davide Achilli».

Teatro e “bottega” delle creazioni di De Paoli è lo studio d’arte a Corvino San Quirico. Corvino e l’Oltrepò in generale le sono di ispirazione?

«Corvino San Quirico è stata la casa di campagna dei miei antenati. Ho trasformato in atelier la cappella di famiglia, risalente al ‘600. Sì, posso dire che il territorio dell’Oltrepò mi dà la serenità e la tranquillità necessaria a coltivare l’ispirazione, soprattutto per il fatto che lo studio è collocato in una posizione di mezzo, tra il paese e la campagna…. Confesso che, a volte, sembra di stare in un’altra epoca…».

Di De Paoli dicono: “artista pavese, costantemente alla ricerca di nuove forme e plastica rappresentatività per raccontare l’uomo e il suo territorio”. Sta già lavorando per il futuro in questa direzione?

«Certo, cerco sempre di capire il rapporto che lega l’essere umano al territorio e al suo tempo. Sto lavorando al progetto per la chiesa, sita nelle vicinanze di Assisi… al momento mi trovo a Carrara, alle prese con la ricerca del marmo per la realizzazione dell’altare e della statua dedicata a San Francesco». Ritiene l’Oltrepò e gli oltrepadani “dotati” di sensibilità artistica? «Posso dire che l’Oltrepò Pavese sia più generoso di altri territori… Voghera, in alcune cose, è più aperta di Pavia…. Infatti, oltre alle due statue delle quali le ho parlato, nel 2012 ho realizzato anche il monumento dedicato a Davide Achilli, montato su roccia dolomitica, posto davanti alla caserma dei Vigili del Fuoco».

di Federica Croce

fonti:

Intervista con De Paoli

intervista con De Paoli

L’inaugurazione di due opere dello scultore pavese De Paoli

II monumento agli alpini ad Abbiategrasso e quello per la sede della Guardia Costiera di Livorno

L’inaugurazione di due opere dello scultore pavese De Paoli

Da un’inaugurazione all’altra. E’ particolarmente vivace il mese di maggio per lo scultore pavese Antonio De Paoli.

Sabato 11 maggio ad Abbiategrasso è stata scoperta la scultura realizzata per il corpo degli alpini; in concomitanza con il fine settimana che ha visto il raduno nazionale delle “penne nere” a Milano De Paoli ha tagliato il nastro dell’opera situata in una rotonda della cittadina, raffigurante il globo sovrastato dal capello degli alpini, a simboleggiare l’impegno del corpo a difesa della collettività.

Un corteo con circa 500 tra alpini (alcuni provenienti anche dalle zone terremotate di Amatrice e Accumoli), amici e abitanti della cittadina è sfilato fino a raggiungere la rotonda dove è stata scoperta l’opera dell’artista pavese; nella piazza del Municipio si sono tenute, poi, le elocuzioni con i rappresentanti delle istituzioni. L’idea del monumento è partita dai leader dell’Associazione Alpini di Abbiategrasso che hanno pensato alla rappresentazione del pianeta sovrastato
dalla penna nera non come dominio militare ma come senso di protezione pensando alle tante missioni di pace nelle quali sono protagonisti; De Paoli l’ha realizzato con una intelaiatura d’acciaio intorno alla quale è stato realizzato del finto marmo con venature e riprodurre i cinque continenti. Intorno sono posti 6 pilastrini con le effigi dei corpi d’armata di tutta Italia.

Giovedì 23 maggio, invece, si terrà a Livorno (ore 11.00) la pre-inaugurazione con scoprimento della scultura che Antonio De Paoli ha realizzato per la sede della Guardia Costiera. Dopo un per-corso quinquennale (tra ritardi della burocrazia) che l’ha visto trionfare (su una platea di 200 partecipanti) nel concorso internazionale indetto per abbellire la sede finalmente si scopre la prua ideale della nave (motovedetta) realizzata in marmo di Carrara (da un blocco di 12 tonnellate, con tanto di onde in altorilievo) con l’inserimento di pannelli bronzei sui quali sono stati raffigurati gli interventi della Guardia Costiera per il salvataggio di vite umane in mare (nella placca retrostante campeggia il motto Omnia Vincit Animus).

Alla pre-inaugurazione (cui parteciperà la Fanfara della Guardia Costiera) seguirà un futuro evento con il coinvolgimento delle più alte cariche del Ministero delle Infrastrutture. Il progetto statico è stato realizzato dall’ing Francesco De Amici, il monumento è alto 3 metri e il montaggio è stato particolarmente delicato. Ma il grande giorno è arrivato e dopo 5 anni De Paoli può finalmente dare corpo alla sua creazione.

DI MATTEO RANZINTI

Fonte: Il Ticino 17/05/2019

alpini Abiategrasso

La Guardia Costiera tra marmo e bronzo

La Guardia Costiera tra marmo e bronzo

L’ULTIMA OPERA DI ANTONIO DE PAOLI

SI INTITOLA “Energia emergente” l’opera che lo scultore pavese Antonio De Paoli sta realizzando per la Guardia costiera di Livorno. «Dopo un iter burocratico un po’ più lungo del previsto — ammette De Paoli, 52 anni — la scorsa estate sono stati definiti gli ultimi dettagli tecnici e il cantiere dovrebbe essere concluso per febbraio.

Ora ho ultimato la parte relativa alle due lastre con altorilievi in bronzo, pronte per la fonderia. E sono andato a scegliere il blocco da nove tonnellate di marmo di Carrara per la parte appunto marmorea, la più impegnativa».

SI TRATTA di un concorso internazionale, bandito dal Provveditorato interregionale per le opere pubbliche Toscana-Umbria -Ufficio opere marittime e Toscana costiera, per un’opera artistica da destinare nella nuova sede della Capitaneria di porto di Livorno.

«SI TRATTAVA di creare — spiega lo scultore pavese — un apparato decorativo plastico da apporre sulla cancellata. Sono partito dal logo della Guardia costiera, suddiviso in tre bande oblique, per arrivare alle azioni, in particolare al soccorso in mare e all’opera di salvataggio».

«Nel 2015 — ricorda De Paoli —avevo affrontato il tema del soccorso con l’opera realizzata per la caserma dei Vigili del fuoco di Lodi. In questo caso il soccorso in mare è raffigurato nella prima delle due lastre in bronzo, dove ci sono due figure che salvano un naufrago su una scialuppa. Nell’altra lastra in bronzo ci sono i mezzi della Guardia costiera, la motovedetta e l’elicottero. La due lastre in bronzo sono inserite nel blocco marmoreo che raffigura la prua di una nave, con anche la zoccolatura scolpita, con onde marine».

di STEFANO ZANETTE

da IL GIORNO 20 ottobre 2018

fonti:

Guarda  le fasi di realizzazione

“I Giardini della Costituzione” cuore di Cesano Boscone

“I Giardini della Costituzione” cuore di Cesano Boscone

Il 2 gugno è stata inaugurata la nuova area rícivalíficata del centro storico cittadino. Una cerimonia ricca dí contenuti dove protagonisti sono stati í cittadini, la politica, í ragazzi, la nostra storia e duella dell’Italia repubblicana. Ospite d’onore il professor Carlo Smuraglía

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. (art.3 della Costituzione).

Quando viene inaugurato un nuovo spazio pubblico, gli amministratori locali valutano sempre diversi aspetti: la destinazione e, quindi, l’utilità per i cittadini; l’investimento necessario; l’intitolazione. Se l’area è nel pieno centro storico, la responsabilità delle scelte è sicuramente maggiore. Perché si incide sull’identità di una comunità, di una città, ma anche di un intero Paese.

Il 2 giugno 2018 la storia di Cesano Boscone si è arricchita di un nuovo tassello.

In un assolato e caldo sabato, il sindaco Simone Negri, assieme a tutta la sua Giunta e ai consiglieri comunali, ha tagliato il nastro de “I Giardini della Costituzione”. Un nome non casuale, ma frutto di attente riflessioni, di confronti e, per l’appunto, del desiderio di caratterizzare ulteriormente l’identità della comunità cesanese.

È per questo che in due punti del parco vi sono due piantane, ciascuna con un paragrafo del-l’art. 3 della Costituzione, citato sopra, entrata in vigore l’ I gennaio 1948.

Ogni progetto è il risultato di una scelta politica.

La nuova area, come ha spiegato il sindaco nell’editoriale pubblicato a pagina 2 di questo numero del “Cesano notizie”, è il risultato di una scelta presa già alcuni anni fa.

Una scelta politica, concretizzata per volontà di tutti i componenti della maggioranza e, nello specifico, della Giunta comunale: la vicesindaco e assessore alle politiche sociali Mara Rubichi, l’assessore al bilancio Giuseppe Ursino, l’assessore alla cultura e alla partecipazione Paola Ariis, l’assessore al decoro urbano e allo sport Salvatore Gattuso, l’assessore all’ambiente e ai giovani Valeria Mulas.Ai quali occorre aggiungere Fulvia Erasmi, che è stata assessore fino all’anno scorso, quando ha dovuto lasciare l’incarico per motivi di lavoro.

Una volontà che si è concretizzata nel 2017, quando si sono resi disponibili i fondi necessari. I lavori sono iniziati a maggio del 2017 e si sono conclusi, dopo alcune modifiche e innovazioni il 1 giugno di quest’anno.

Una giornata, tanti protagonisti Così, il 2 giugno era tutto pronto. Anche il nuovo monumento alla Resistenza “Venti mesi per la libertà”, commissionato all’artista pavese Antonio De Paoli.

La giornata è stata aperta dalla presentazione dei Giardini da parte dell’architetto Roberto Biffi, progettista di tutta l’area, preceduta dai saluti del sindaco Simone Negri e del presidente della Fondazione Istituto Sacra Famiglia don Marco Bove.

Si sono poi esibiti l’orchestra della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Alessandrini, diretta dal maestro Giuseppe Mesiano, e il coro delle classi quarte e quinte della primaria Bramante, diretto dalla professoressa Mariateresa Amenduni.

Hanno proposto ‘inno alla gioia” di Beethoven,”La bandiera dei tre colori” di Cordigliani e Dall’Ongaro e l’Inno nazionale di Goffredo I festeggiamenti sono proseguiti con la benedizione di don Luigi, parroco della chiesa di San Giovanni Battista, e il taglio del nastro di quello che è considerato il viale-asse di collegamento tra il centro di Cesano Boscone e l’Istituto Sacra Famiglia, che da oltre un secolo accompagna la storia della città.

La ricorrenza ufficiale

“Sapete cosa mi piace di più di questo parco? — ha detto il sindaco Simone Negri nel discorso per le celebrazioni del 2 giugno e l’inaugurazione dei Giardini. L’intuizione di questa direttrice su cui ci troviamo che lo taglia e congiunge la piazza della chiesa e del municipio con l’ingresso dell’Istituto Sacra Famiglia. Abbiamo abbattuto una barriera e collegato con un asse di pregevole prospettiva due poli della nostra storia. Quell’asse, unendoli, li promuove”.

Nel suo discorso, il primo cittadino ha voluto porre l’accento sulla Costituzione, della quale ricorre quest’anno il settantesimo anniversario, sul valore dell’antifascismo, sul riconosci-mento al comandante della stazione dei carabinieri in congedo Pietro Scarpitta, sulla collaborazione con le scuole cittadine.

Il suo intervento è stato preceduto dalla presentazione del nuovo monumento alla Resistenza da parte dell’artista che lo ha creato,Antonio De Paoli, e dal momento della scopertura con il sindaco, il presidente onorario dell’Anpi Carlo Smuraglia e quello della sezione cesanese Francesco Longo.

Il professor Smuraglia, ripercorrendo alcuni momenti della storia dell’Italia tra la fine della guerra e i primi anni della Repubblica, che lui ha vissuto da protagonista, ha rivolto un appello a tutti i presenti, affinché i valori costituzionali ottenuti con il sacrificio di tante persone, con forti scontri politici ma un alto senso delle istituzioni, siano preservati perché attuali.

Emozionante, per la comunità cesanese, la consegna della cittadinanza onoraria al luogotenente Pietro Scarpitta, che per quasi quarant’anni ha guidato la stazione carabinieri di Cesano. Un riconoscimento gli è stato dato anche dagli ospiti della Fondazione ISF, che hanno realizzato un’opera nei loro laboratori.

Anche l’Associazione nazionale Carabinieri di Corsico, attraverso il suo presidente Pietro Ciniero, ha consegnato al luogotenente una targa di encomio.

La festa con le scuole

I festeggiamenti sono proseguiti con i giovani studenti delle classi quarte e quinte delle primarie Monaca e Matteotti, accompagnati dal professor Andrea Rotoli. Hanno intonato l’Inno di Mameli nella sua versione integrale, “Non basta un sorriso” di Giuseppe Povia e l'”Inno alla gioia” di Beethoven.

L’inaugurazione de “Il Giardino di Betty”.

Ultimo momento celebrativo della mattinata è stato l’inaugurazione de “Il Giardino di Betty”, con le commoventi parole dell’ideatore, Nicolas Meletiou, mana-ging director di EsoSport. Un progetto che prevede la creazione di parchi giochi per bambini, realizzati tra-mite pavimenti antitrauma generati da vecchie scarpe da ginnastica riciclate. È chiamato così in onore di Betty, Elisabetta Salvioni, moglie di Nicolas Meletiot, scomparsa alcuni anni fa.

II progetto è stato portato avanti dall’ex assessore Ful-via Erasmi con gli studenti della 5aD dell’anno scolastico 2015-2016 della primaria Dante Alighieri e le insegnanti Lara Miana e Gabriella Campanaro.

Come momento conclusivo, nell’anfiteatro, il rinfresco offerto dall’amministrazione comunale in collaborazione con i commercianti del centro storico.

da CESANO NOTIZIE giugno 2018

Fonti:

Monumento alla Resistenza realizzato da De Paoli

INAUGURAZIONE OGGI A CESANO BOSCONE

Monumento alla Resistenza realizzato da De Paoli

«NON È un monumento ai caduti, si celebra l’azione».

Lo scultore pavese Antonio De Paoli inaugura oggi a Casano Boscone il monumento dedicato alla Resistenza.

E’ stato realizzato nell’ambito della sistemazione de «I giardini della Costituzione» progettati dall’architetto Roberto Biffi.

Oggi alle 10 il taglio del nastro ufficiale, in via Nazario Sauro all’angolo con via Pogliani, a conclusione di una vera e propria corsa contro il tempo: ancora ieri lo scultore pavese era impegnato nel montaggio della sua opera.

«Ho vinto il concorso lo scorso 4 aprile – ricorda l’artista. – I tempi per la realizzazione erano molto stretti per arrivare all’inaugurazione nel giorno della Festa della Repubblica».

Cinquantenne, laureato a pieni voti in Scenografia all’Accademia di Brera, Antonio De Paoli dalla scenografia e poi dalla pittura è approdato alla scultura. Con essa sta ottenendo riscontri e successi in un panorama sempre più ampio.

Negli ultimi anni, già dal 2010, sta collezionando successi in concorsi di respiro nazionale. Da Saint Vincent (dove ha realizzato un’installazione scultorea per la sala consiliare del Comune) arriva fino a Sapri (suo il progetto selezionato per una statua bronzea raffigurante la spigolatrice).

Lo scorso anno allo «Spoleto Art Festival – Art in the City 2017» ha esposto 6 sculture e una è stata premiata e selezionata per il Festival dei 2 mondi. E’ dello scorso novembre la vittoria del concorso per la realizzazione sia dell’altare che della statua di San Francesco. Proprio nel luogo della predica agli uccelli. Hanno scelto il suo progetto per la trasformazione del sito in un luogo sacro a Piandarca, nel Comune di Cannara, in provincia di Perugia.

«E’ un altorilievo – dice De Paoli sull’opera che inaugura oggi a Cesano Boscone. – L’ho ideato su una forma a cuneo, slanciata verso l’alto. E’ composta da 4 figure, 3 sono partigiani, riconoscibili dal fucile e dalle `divise’. La quarta è una figura allegorica, eterea, non è la Libertà di Delacroix, ma porta i combattenti verso l’alto, con le braccia tese».

di Stefano Zanette

Da IL GIORNO 2 giugno 2018

Fonti:

La scultura “Venti mesi per la libertà”

Cesano Boscone

E’ la nuova creazione dell’artista pavese Antonio De Paoli che ha vinto un concorso

La scultura “Venti mesi per la libertà”

Si chiama “Venti mesi per la libertà” la nuova creazione dell’artista/scultore pavese Antonio De Paoli.

a scultura ha vinto il con-corso indetto dal Comune di Cesano Boscone per abbellire un’area verde/spazio sociale della cittadina e verrà inaugurata il prossimo 2 giugno in occasione della Festa della Repubblica.

Il 4 aprile è stata comunicata la vittoria del bando a De Paoli che in soli due mesi ha realizzato la scultura partendo dall’argilla, l’ha trasferita in fonderia a Verona e ha proceduto all’installazione a Cesano.

“Il tema del concorso era la Resistenza”, spiega De Paoli, ” ho concepito un’opera in acciaio Corten e bronzo. La struttura simboleggia la distruzione dei palazzi su cui campeggia un gruppo di partigiani in azione.

Ho voluto rappresentare l’azione e la lotta per raggiungere la libertà; il gruppo di partigiani infatti è sovrastato da una figura eterea slanciata a simboleggiare la libertà che impugna un drappo, una sorta di bandiera.

L’energia della libertà irrompe e fuoriesce dalla struttura statica di rovine; per rendere riconoscibili i partigiani ho aggiunto qualche dettaglio nelle divise e nelle armi che impugnano durante l’azione”.

L’opera è alta 2,80 metri e larga 2,60 metri e oltre al lato in cui risulta visibile l’azione dei partigiani che sarà simbolica visibile anche l’opposto che rappresenta un’ala metaforicamente simbolo della libertà. II bassorilievo sagomato con le figure non ha un contorto ben delimitato ma si “appoggia” sull’acciaio che forma un tuttuno dalla prorompente valenza scenica.

Il successo nel bando di Cesano Boscone è solo l’ultimo della serie per l’artista paese.

Negli ultimi anni ha vinto il concorso della Capitaneria di Porto di Livorno per il monumento all’entrata della sede, il concorso del Comune di Saint Vincent (installazione scultorea nella sala consiliare), il concorso di Sapri per l’installazione di una statua bronzea della “spigolatrice” e nell’ultimo anno ha anche conquistato un riconoscimento prestigioso allo Spoleto Art Festival.

Nella foto a sinistra l’intera scultura installata a Cesano Boscone, sopra De Paoli in un momento di lavorazione nel suo laboratorio a Corvino S.Quirico.

di Matteo Ranzini

da IL TICINO 1 giugno 2018

Fonti

Una monumento alla Resistenza

FESTA DELLA REPUBBLICA

L’ALTORILIEVO SUI PARTIGIANI CELEBRERÀ LA RICORRENZA ALL’INTERNO DI UN GIARDINO

DATA DA RISPETTARE : PER L’OPERA HO UTILIZZATO ACCIAIO CORTEN E BRONZO ORA CORRO CONTRO IL TEMPO

Una monumento alla Resistenza

L’artista Antonio De Paoli lavora a una scultura per il 2 Giugno

– CESANO BOSCONE-

«È UNA CORSA contro il tempo, ma per il 2 giugno deve essere tutto pronto».

Lo scultore pavese Antonio De Paoli è al lavoro per realizzare l’opera. In occasione della prossima festa della Repubblica, verrà inaugurata a Cesano Boscone, a conclusione della sistemazione di un’area attrezzata-giardini pubblici, commissionata dal Comune.

«Ho vinto il concorso lo scorso 4 aprile – spiega l’artista pavese – ed è un’opera sulla Resistenza e sulla Liberazione, ma non un momento ai caduti, si celebra l’azione.

Per questo ho ideato l’altorilievo su una forma a cuneo, slanciata verso l’alto. È composta da quattro figure, tre sono partigiani, riconoscibili dal fucile e dalle ‘divise’. La quarta è una figura allegorica, eterea, non è la Libertà di Delacroix, ma porta i combattenti verso l’alto, a braccia tese».

CINQUANTENNE, laureato a pieni voti in Scenografia all’Accademia di Brera, Antonio De Paoli dalla scenografia e poi dalla pittura è approdato alla scultura. Con essa sta ottenendo riscontri e successi in un panorama sempre più ampio.

Negli ultimi anni, già dal 2010, sta collezionando successi in concorsi di respiro nazionale, da Saint Vincent (dove ha realizzato un’installazione scultorea per la sala consiliare del Comune). A Sapri suo progetto è stato selezionato per una statua bronzea raffigurante la spigolatrice.

Non dimentichiamo le sue opere a Lodi (complesso scultoreo antistante la caserma dei Vigili del fuoco) e Voghera (in memoria del pompiere Davide Achilli e del pugile Giovanni Parisi). A Pavia, suo è il bassorilievo in memoria delle quattro vittime del crollo della Torre Civica, a lato del moncone in piazza Duomo.

LO SCORSO anno è stato un anno intenso e ricco.

Allo “Spoleto Art Festival – Art in the City 2017” ha esposto sei sculture e una è stata premiata e selezionata per il Festival dei Due mondi. È invece dello scorso novembre la vittoria del concorso per la realizzazione sia dell’altare che della sta-tua di San Francesco, proprio nel luogo della predica agli uccelli: è stato scelto il suo progetto per la trasformazione del sito in un luogo sacro a Piandarca, nel Comune di Cannara, in provincia di Perugia.

«Per l’opera a Cesano Boscone – spiega ancora l’arista pavese -ho scelto i due materiali, bronzo e acciaio Corten, lavorando a terra e non in verticale lo stampo in argilla: grazie a una fonderia a Verona riuscirò a rispettare gli strettissimi tempi di consegna, con una vera e propria corsa contro il tempo per l’installazione».

di STEFANO ZANETTE

Da IL GIORNO 29/04/2018

Fonti: