L’arte pavese

La sua storia e il suo messaggio DALL’OTTOCENTO AI GIORNI NOSTRI

Nasce a Pavia negli anni ’60. Dopo la maturità liceale, si iscrive all’Accademia di Brera a Milano concludendo a pieni voti il corso quadriennale di scenografia. Inizia quindi il lavoro di scenografo e, agli inizi degli anni ’90 realizza le sue prime mostre di pittura presso prestigiose gallerie di città come Firenze, Genova e Pavia. In quel periodo è assunto alla RAI per programmi educativi rivolti ai ragazzi. Frequenta un corso di restauro a Firenze completando la sua formazione artistica. Da li ha inizio una febbrile attività nel campo della scultura e della pittura ottenendo numerosi riconoscimenti e successi da parte delle autorità e al riscontro favorevole del pubblico.
Sue opere sono oramai presenti in numerose città. Nel pavese, per il momento il suo en plain si trova a Casorate Primo. Le sue opere si rivelano concettuali e impegnate. Il linguaggio di queste rappresentazioni indaga sui valori
dell’esistenza e si coglie il messaggio che esse lanciano con l’osservazione. Ma già E scattata l’attrazione estetica che ammaglia a prima vista e che supera l’interesse culturale. Questo subentra in seguito, analizzando e separando per poi ricomporre armonicamente il tutto. Così i sentimenti suscitati concorrono a formulare pensieri; e cuore e testa, sentimento e ragione collaborano a vicenda. Li bello passa al vero e la sintesi si fa essenziale ma al tempo stesso felice perché fa crescere, maturare e sviluppare. Ciò che era staccato e separato, De Paoli riesce a collegare, e lo squilibrio iniziale si compone in equilibrio come si conviene a qualunque essere umano. L’analisi aveva rivelato l’esistenza in difficoltà, con problemi, e prove che Antonio descrive attraverso personaggi rannicchiati o contorti con occhi a volte sbarrati, a volte impauriti, a volte persi nel vuoto ma poi, con la fiducia e l’impegno costante, si intravede la soluzione. Ed ecco l’apparire di altri corpi
slanciati verso l’alto ad esibire tutta la loro potenza e la loro eleganza. In ogni caso, sia nel groviglio dei problemi sia in quello del loro supera-mento il movimento è il sale, l’ingrediente sempre presente in queste opere attraverso torsioni, flessioni e circonduzioni dei corpi. Così pure tanta liberazione di energia si nota nella forza dei gruppi marmorei incompiuti simili alla Pietà Rondanini di Michelangelo o nelle stupende raffigurazioni spaziali e surreali di globi e masse fuggenti intersecanti tra loro, o nelle fantastiche composizioni metafisiche di vaste campiture cromatiche tra di loro armoniche e gradevoli. In questo modo De Paoli riesce a raggiungere un felice equilibrio tra classico e moderno senza avventurarsi nell’informale o adagiarsi nel realismo fotografico. La forma non viene rinnegata e degradata ma vivificata e animata. La sobrietà, l’austerità e la compostezza del classico costituiscono il substrato essenziale di una vita dinamica tesa a un continuo superamento; il classico riceve la gioia, il tumulto vigoroso del moderno ed ambedue si rivelano non antitetici ma, l’un per l’altro. A volte ci sembra di trovare l’unica nota di riserva per questo artista nelle prime opere pittoriche giovanili di argomento religioso, dove certi gruppi di personaggi appaiono costruiti da atteggiamenti forzati per ottenere certi effetti; si ha l’impressione di gesti un po’ teatrali con pose ricercate. Probabilmente De Paoli all’inizio si era accostato al sacro con grande trepidazione e riverenza ma causando qualche condizionamento. Piena maturazione invece si nota nell’ultima mostra personale di Soncino dove si nota un’equilibrata evoluzione.

ALDO CICERI
L’arte pavese
La sua storia e il suo messaggio DALL’OTTOCENTO AI GIORNI NOSTRI
SECONDA EDIZIONE RIVEDUTA E AMPLIATA

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