altare francescano di De Paoli a Piandarca

L’altare francescano firmato da De Paoli

DOMENICA L’INAUGURAZIONE

L’altare francescano firmato da De Paoli

Sarà inaugurata domenica pomeriggio la seconda scultura francescana realizzata dallo scultore pavese Antonio De Paoli: un altare che è l’ultima parte di un importante con-corso internazionale (200 gli artisti che vi parteciparono da tutto il mondo) vinto dall’artista che lo scorso anno, nella pianura di Piandarca di Cannara, comune non lontano da Assisi, presentò il suo San Francesco in bronzo.

Domenica, appunto, l’altare-scultura va a completare questo monumento alla fede e alla preghiera in un santuario all’aperto, nel luogo dove tradizione vuole che il santo predicasse agli uccelli. «L’altare che ho realizzato è in marmo rosa di Portogallo, ed è dedicato alla Preghiera e la Fede. Il titolo “dalla terra al cielo” sintetizza la simbologia che vuole trasmettere.

La scultura che ho inaugurato l’anno scorso era la rappresentazione della figura del Santo che abbraccia il creato collegandolo idealmente a Dio. Nelle mie intenzioni l’altare dovrebbe rappresentare il concetto del volo degli uccelli come elevazione dello Spirito per potersi avvicinare a Dio. Il blocco marmoreo racchiude le figure di uccelli che cercano di liberarsi dalla materia come in un’esplosione interna di energia. Solo quattro sono definiti nella propria forma, quattro come gli Evangelisti, gli elementi e le stagioni. Un collegamento tra la Fede e il cosmo».

Prosegue l’artista: «Quest’altare è un’ allegoria della Fede, intesa come la ricerca che un essere umano
compie quando cerca la luce nella propria anima. Questa volontà tende a liberarsi dai vincoli terreni che come pie-tra gravano sullo Spirito e impediscono la completa spiritualità. Gli uccelli inizialmente “dalla terra” prendono forma per poi librarsi nella materia al fine di “trasmutarla” cambiandole aspetto. Questa è una scultura “interna”, le forme sorgono dall’interno seguendo la dinamica del divenire tra finito e non finito. Il Santuario nella pianura di Piandarca di Cannara adesso è completo nelle sue parti e si presterà a essere un luogo di pellegrinaggio, di preghiera e di sacramenti immersi nella natura come lo spirito francescano ha sempre insegnato».

di PIER ANGELO VINCENZI 

Fonti: La Provincia Pavese del giovedì 4 maggio 2023

altare francescano di De Paoli a Piandarca

Articolo sulla prossima inaugurazione dell’altare francescano a Piandarca di Cannara

altare per Piandarca

L’altare dello scultore pavese De Paoli a Cannara dove San Francesco predicò agli uccelli

Si completa il “progetto Piandarca” dopo la posa della statua di San Francesco L’inaugurazione si terrà il 7 maggio

L’altare dello scultore pavese De Paoli a Cannara dove San Francesco predicò agli uccelli

Si completa il “progetto Piandarca“. Là nel luogo mistico dove San Francesco d’Assisi predicò agli uccelli lo scultore pavese Antonio De Paoli ha già installato una sua straordinaria opera, l’ “Estasi di San Francesco” inaugurata lo scorso 12 giugno.

Oggi quello che diventerà a tutti gli effetti un Santuario sta per trovare pieno compimento con la realizzazione di un altare marmoreo scolpito sempre da De Paoli. A Piandarca di Cannara, 7 km da Assisi, è stato creato un grande Tau naturale, un’area voluta dall’Ordine Francescano contraddistinta da aiuole e da un cordolo con luci a led per l’illuminazione serale e notturna. E’ stata anche creata una collinetta con tre alberi al centro della quale si erge la statua di De Paoli alta oltre due metri che rappresenta San Francesco quasi sospeso tra terra e cielo in uno slancio teso ad abbracciare il creato.

L’artista pavese ha vinto il concorso internazionale con 200 partecipanti e oltre alla statua ora si dedicherà all’altare che completerà il progetto Piandarca. “Sarà una vera e propria Basilica” ci spiega De Paoli, “dove si potranno tenere funzioni religiose. Per l’altare ho scelto un blocco di marmo rosa del Portogallo, acquistato a Carrara nei depositi di marmi provenienti da ogni parte del mondo (Carrara oltre alle cave di marmo dalle Alpi apuane è infatti la capitale del marmo con laboratori e materiali che provengono da tutto il mondo, ndr). Da questo blocco ricaverò una scultura con il volo abbozzato di uccelli. Mi recherò sul posto per la lavorazione e successivamente il blocco sarà trasferito a Piandarca”.

La data dell’inaugurazione sarà il 7 maggio con il Vescovo di Assisi a presiedere la cerimonia che vedrà la presenza di numerose autorità.

Il blocco lordo pesa 6,5 tonnellate, verrà lavorato da alcuni macchinari per portarlo a 4 tonnellate e successivamente l’artista lo scolpirà per dargli la forma visibile nel bozzetto della foto in pagina.

La statua di San Francesco‘, spiega De Paoli, “rappresenta la leggerezza e il dinamismo di San Francesco nell’abbraccio di terra e cielo; l’altare invece in quanto esistenza terrena rappresenterà la solidità e al contempo l’energia che si libera e si propaga verso l’esterno con due uccelli formati e altri abbozzati nel tentativo di librarsi nell’aria. Il blocco sarà installato su un basamento e completerà così il Santuario. A sei anni dalla vittoria del concorso indetto dall’Ordine francescano si completa un percorso straordinario in un luogo dalle grandi suggestioni che diventerà, dopo la benedizione, sede di funzioni, battesimi, matrimoni”.

In un momento così drammatico per l’umanità, sconvolta dalla tragedia del terremoto, dalla perdurante guerra in Ucraina, da innumerevoli sofferenze quest’area sacra ribadisce il valore dell’arte promotrice di pace e di armonia. Ci stimola a pensare al bello e all’immortale messaggio di pace in una linea ideale che unisce Pavia, terra dello scultore De Paoli e il meraviglioso territorio umbro.

Secondo la tradizione la predica agli uccelli ebbe luogo sull’antica strada che congiungeva il castello di Cannara a quello di Bevagna, nei pressi di Assisi. Oggi il punto dove il Poverello realizzò il miracolo è sito in località Piandarca nel Comune di Cannara. Questo episodio appartiene alla serie della Legenda maior (XI1,3) di San Francesco: “Andando il beato Francesco verso Bevagna, predicò a molti uccelli; e quelli esultanti stendevano i colli, protendevano le ali, aprivano i becchi, gli toccavano la tunica; e tutto ciò vede-vano i compagni in attesa di lui sulla via”.

Sopra il bozzetto dell’altare marmoreo e a destra lo scultore pavese Antonio De Paoli con il blocco di marmo rosa del Portogallo scelto per la scultura

La riflessione poetica di Aldo Ciceri sul “Dottore della Chiesa”

di Matteo Ranzini

Fonti : “IL TICINO” del 10 marzo 2023

san terenzo lerici inaugurazione la metamorfosi della fenice

LA METAMORFOSI DELLA FENICE DA PAVIA SUL GOLFO DEI POETI

INAUGURATA A LERICI LA SCULTURA DELL’ARTISTA PAVESE ANTONIO DE PAOLI

CERIMONIA NEL GIORNO DEL CENTESIMO ANIVERSARIO DELLO SCOPPIO DI FALCONARA, 28 SETTEMBRE 1922

«Rinascere dalle ceneri e non fermarsi nella trasformazione. La natura e l’uomo, come questa Fenice, continuano la loro evoluzione verso la prosperità e il benessere riconquistando e modificando i propri spazi, facendo tesoro del passato e guardando al futuro».

L’artista pavese Antonio De Paoli lo ha scritto e inciso nella targa posta sul basamento della sua scultura “Là Metamorfosi della Fenice”, ideata e realizzata per commemorare il centenario dello scoppio di Falconara e inaugurata la scorsa settimana, mercoledì 28 settembre, in occasione dell’anniversario sul lungomare di San Tèrenzo a Lerici (La Spezia).

Un tragico evento che lo stesso scultore ha ammesso che non conosceva, come quasi ogni pavese, prima di aver scoperto il bando del Comune di Lerici, ma che ha poi di fatto contribuito non solo a ricordare e a celebrare, ma anche a lasciare un segno, tangibile e indelebile, a futura memoria.

Per lericini e santerenzini è stata una giornata molto partecipata, con commozione perché anche a distanza di un secolo quasi ogni famiglia ha subìto un lutto tra i quasi 200 morti o avuto ricordi tramandati dai circa mille feriti dalla polveriera del forte esploso pare per un fulmine.

Ma come spesso accade in ogni comunità la tragedia è stata affrontata e superata e l’amministrazione comunale di Lerici, guidata dal sindaco Leonardo Paoletti, ha fatto davvero le cose in grande per celebrare il centenario.

Quasi una settimana di eventi, iniziati martedì 27 settembre con il taglio del nastro per il rinnovato Parco di Falconara, dove inizialmente era stata ipotizzata l’installazione della scultura che invece, nel corso dei mesi di preparazione dell’evento, è stata poi voluta in piazza Brusacà a San Terenzo, proprio sul lungomare. Gli appuntamenti commemorativi sono proseguiti con incontri e conferenze fino a lunedì 3 ottobre, ma il momento principale è stato il giorno dell’anniversario del 28 settembre, con la messa celebrata all’aperto dal vescovo delle Diocesi della Spezia-Sarzana-Brugnato, monsignor Luigi Ernesto Palletti, e poi la cerimonia commemorativa aperta dalla Fanfara di Presidio del Comando Marittimo Nord e proseguita con la lettura di Roberto Alinghieri di articoli dell’epoca. Ospite d’onore il Capo del Dipartimento di Protezione civile italiana, Fabrizio Curcio, a rammentare l’impegno dei volontari che già allora si adoperarono per soccorsi e ricostruzione.

Evento speciale l’emissione ufficiale e la cerimonia di timbratura del francobollo celebrativo che raffigura la stessa opera dell’artista pavese Antonio De Paoli, che dalla sua scultura ha tratto il simbolo stilizzato che è diventato il logo ufficiale del centenario dello scoppio di Falconara.

SUL LUNGOMARE IN LOCALITA’ SAN TERENZO CON ORGOGLIO DELIA DELEGAZIONE PAVESE

L’ARTE CHE CONQUISTA sia i locali che i turisti

Alla cerimonia a San Terenzo, località di Lerici, ha presenziato, ad accompagnare l’artista Antonio De Paoli, anche una delegazione di pavesi, guidata da Fabio Bruni, vicesindaco di Corvino San Quirico, il comune oltrepadano dove De Paoli ha il suo atelier.

Con non poco orgoglio per la pavesità dell’artista capace di conquistare anche con questa sua opera non solo la ribalta del giorno della scopertura, ma l’attenzione e l’ammirazione di una platea fra le più variegate.

A margine della cerimonia, non pochi santerenzini lo hanno avvicinato per complimentarsi e per farsi un selfie con Lui davanti alla scultura che ora è e resta in modo permanente sul lungomare. Diventata già un’attrazione, peraltro in località già ben rinomata e turistica: subito nei giorni successivi all’inaugurazione “La Metamorfosi della Fenice” di De Paoli è diventata una tappa immancabile del Golfo dei poeti per i turisti, perlopiù stranieri e in particolare tedeschi, che si facevano immortalare dai compagni di viaggio in una foto ricordo con la scultura e sullo sfondo il mare e la vista di Porto Venere.

La differenza tra arte e arredo urbano, con il valore aggiunto della sto-ria che diventa spunto per ricordare e conoscere, o anche solo per guardare e provare emozioni.

di Stefano Zanette

Fonti: IL SETTIMANALE PAVESE

Giovedì 6 Ottobre 2022

A San Terenzo inaugurazione dell'opera di Antonio De Paoli

 

falconara 100 anni dopo lo scoppio

Falconara, 100 anni dopo il tragico scoppio

Ieri in una piazza Brusacà gremita di autorità e cittadini, la cerimonia di commemorazione dell’incendio che devastò la polveriera

SAN TERENZO
Momenti di commozione, a San Terenzo, ieri mercoledì 28 settembre, giorno del centesimo anniversario della tragedia dello scoppio di Falconara. In una Piazza Brusacà gremita di autorità civili, militari, religiose, Protezione civile, Pubblica assistenza, volontari e tanta gente comune, si è svolta la cerimonia di commemorazione del luttuoso evento. Cerimonia durante la quale è stata scoperta e presentata la statua, commissionata
dall’amministrazione, attraverso un concorso di idee vinto dall’artista pavese Antonio de Paoli. Statua denominata ’La metamorfosi della Fenice’ che è stata collocata sul lungomare del borgo.

 

MEMORIA
Scoperta la statua realizzata dall’artista Antonio De Paoli Mostra a cielo aperto e annullo filatelico di Poste italiane

In contemporanea, attraverso un breve cerimoniale curato da Poste Italiane, è stato annullato il francobollo disegnato ancora una volta dall’artista De Paoli che ha consegnato ad eterna memoria l’evento. Ad aprire la
mattinata è stato il vescovo Luigi Ernesto Palletti con la celebrazione di una messa. Presenti la giunta lericina capeggiata dal sindaco Leonardo Paoletti, il capo del dipartimento della Protezione civile nazionale, Fabrizio
Curcio e, come detto, tantissime massime autorità regionali e provinciali oltre che ad alcune classi dell’Istituto comprensivo lericino. A contorno degli appuntamenti, una mostra fotografica a cielo aperto, che raccoglie gli scatti dell’epoca, allestita sul lungomare che collega i giardini pubblici di Lerici a piazza Brusacà a San Terenzo.
«Oggi riviviamo con maggiore intensità – ha detto il sindaco Paoletti a contorno degli eventi – un momento drammatico che ha segnato la vita della nostra comunità e che in ogni caso rappresenta per tutti i santerenzini
un retaggio che ha condizionato la storia della popolazione e del borgo. Ci tenevo particolarmente a ricordare questa ricorrenza, fondamentale per la memoria della comunità santerenzina, ma di tutto il territorio comunale e nazionale, con una serie di iniziative che lasceranno un ricordo indelebile da consegnare alle generazioni future».

A sinistra il taglio del nastro per l’inaugurazione del parco di Falconara, così come consegnato alla comunità dopo il restyling voluto e realizzato dall’amministrazione comunale. Sopra, la cerimonia per la scopertura della nuova statua in piazza Brusacà a San Terenzo. Sotto, il paese sventrato dallo scoppio della polveriera nel 1922

Nei giorni a seguire sono previsti altri eventi curati dalla Pro Loco del Golfo, dalla Pro Loco di Pitelli e dalla Cooperativa Primo Maggio. Oggi giovedì in piazza Brusacà a San Terenzo, la conferenza «Batteria di Falconara: dalla difesa del Golfo alla sua esplosione« curata dalla Pro Loco del Golfo e dallo storico Riccardo
Bonvicini (in caso di pioggia l’evento si svolgerà in sala consiliare). Sabato 1 ottobre, la camminata sulla rete sentieristica
«Dal forte perduto al forte ritrovato, passeggiata sui sentieri dello scoppio» organizzata dalla Pro Loco di Pitelli con partenza dal parco di Falconara alle ore 14.30; domenica 2 ottobre
«I luoghi raccontano: lo scoppio di Falconara» una visita tematica con partenza dalla marina di San Terenzo alle 9.30 organizzata dalla Cooperativa Primo Maggio e infine, lunedì 3, la conferenza «Le fortificazioni del Comune di Lerici« in sala consiliare alle 17.30 sempre curata dalla Pro Loco del Golfo. Nel corso delle iniziative, i cittadini potranno offrire il loro sostegno alla centenaria Pubblica Assistenza di Lerici, acquistando un cofanetto composto di tre ristampe di testi inerenti la tragedia dello Scoppio scritti da autori locali.

di Euro Sassarini

Fonte: La Nazione – Provincia – Golfo – Val di Vara – Riviera – Cinque Terre

GIOVEDÌ — 29 SETTEMBRE 2022

metamorfosi

Antonio De Paoli spiega la sua “La metamorfosi della Fenice”

La Statua è stata realizzata dall’artista per la commemorare lo scoppio di Falconara dopo aver vinto un concorso di idee indetto dal Comune di Lerici.

Questa mattina in occasione della cerimonia di commemorazione del centesimo anniversario dello scoppio di Falconara, abbiamo incontrato Antonio De Paoli, l’artista che ha realizzato la statua de “La metamorfosi della Fenice” che resterà sul lungo mare di San Terenzo a memoria perenne dello Scoppio di Falconara.

“Rinascere dalle ceneri e non fermarsi nella trasformazione. La natura e l’uomo, come questa Fenice, continuano la loro evoluzione verso la prosperità e il benessere riconquistando e modificando i propri spazi, facendosi tesoro del passato e guardando al futuro”. Così recita la targa affissa ai piedi della statua.

De Paoli ha spiegato da dove è nata l’ispirazione che ha portato alla creazione della statua e che cosa questa vuole rappresentare.

“Sono uno scultore che si occupa prevalentemente di monumenti e opere pubbliche. In questo caso il monumento da realizzare aveva un significato importante e significativo in quanto bisognava ricordare una tragedia avvenuta cento anni fa che però diede un esempio di rinascita. Io fui proprio colpito da questo, dalla rinascita e dalla reazione della comunità che non solo in poco tempo rimise in piedi il paese ma che trasformò anche l’area occupata dal forte, in un parco, in un’area non più solo riservata alle forze armate, ma a tutti i cittadini. E’ rinata la natura, c’è il campo sportivo, le persone, i turisti, insomma nuova vita.

Quando seppi del Concorso indetto dal Comune di Lerici, feci un sopralluogo, vidi il luogo, San Terenzo lo conoscevo, ma non sapevo di questo evento storico. Quando fui informato di questo concorso feci un sopralluogo, talvolta agli artisti capitano eventi particolari, quasi delle illuminazioni. Vidi il volo di un gabbiano particolarmente grande che sorvolò proprio l’area intorno al promontorio di Falconara. La immagazzinai nel mio inconscio. Tornai a casa e mi misi a disegnare e quando nel mio studio pensai alla rinascita, immediatamente feci il collegamento a quell’immagine del gabbiano, così mi venne in mente di rappresentare la Fenice, simbolo di rinascita e di resurrezione e di ciclicità della vita, dalla morte alla vita stessa.

Sono uno scultore che spesso commemora fatti storici, ho appena inaugurato un monumento a San Francesco D’Assisi in un luogo dove il Santo predicò agli uccelli.

Di solito tratto la figura umana, metto l’uomo al centro di tutte le mie composizioni, non solo per dare un significato diretto a colui che osserva. Le mie opere non sono astrazioni, voglio trattare la materia e cercare di farla leggere il più possibile a chiunque, perché l’arte è un linguaggio universale. In questo momento rappresento una nicchia, la celebrazione è storica ma l’arte serve per ricordare la storia.

Quando penso allo scoppio della polveriera, penso alla reazione, a quello che c’è stato dopo. Creare un’opera d’arte vuol dire concretizzare il concetto attraverso la materia. Il mio pensiero è stato quello di concentrarmi sulla rinascita che in pochi anni è diventata reale, immediata e cosa meglio rappresenta la rinascita? Ho pensato alla Fenice. Il ricordo di quel gabbiano, di quel volo che mi colpi particolarmente, lo realizzai con schizzi e pensai ad una metamorfosi della Fenice. In questo caso non c’è una figura umana, ma una creazione nata dall’uomo che in qualche modo diventa natura.

Un’ala della fenice diventa un albero, simbolo di vita e rinascita, per guardare a qualcosa di ciclico, naturale, la morte, la nascita e il ritorno.

Vedrete questa ciclicità nella sagoma che quasi riprende il punto e si evolve verso l’alto, come se sorgesse da terra e proseguisse il suo movimento ascensionale, sottolineato anche dalla verticalità centrale della struttura, per poi esplodere, ricordando quello che è successo, come una deflagrazione che si sviluppa in senso positivo. Quasi un ritorno in vita per poi rialzarsi di nuovo. Quindi la ciclicità della natura e del creato. L’opera è rivolta verso il colle di Falconara dove ora c’è il parco fruibile al pubblico, è rinato un nuovo contesto”.

Sulla tecnica di realizzazione dell’opera, De Paoli ha aggiunto: “Ho realizzato l’opera con la tecnica del bronzo a cera persa. Sono partito da un modello in scala reale in polistirolo rivestito di plastilina che poi ho consegnato alla fonderia artistica Fratelli Fabbris di Verona, ho poi ritoccato le cere, ho cesellato l’opera in bronzo e infine è stato eseguito il montaggio finale sotto la supervisione dell’Ingegnere De Amici di Pavia che ha curato la statica”.

di Anna Mori

Fonte: La Gazzetta della Spezia del 28/09/2022

La metamorfosi della Fenice

La scultura monumentale di Antonio De Paoli scelta per caratterizzare il francobollo dedicato al centenario dello scoppio alla polveriera di Falconara (Lerici, La Spezia)

La scultura monumentale “Metamorfosi della fenice” (il concetto alla base è legato ai cicli di morte e rinascita naturali ed evolutivi), di Antonio De Paoli, destinata a rammentare il disastro. È quanto propongono il francobollo e l’annullo fdc odierni dedicati ai cent’anni trascorsi da quando scoppiò la polveriera di Falconara (Lerici, La Spezia). Il dentello, dovuto allo stesso artista, è autoadesivo, stampato in trecentomila esemplari utilizzando fogli da quarantacinque. Dal punto di vista tariffario è un “B”, quindi costa 1,20 euro e consente di spedire, ad esempio, una cartolina o una lettera ordinaria di primo porto in regime domestico. Il manuale è disponibile presso l’ufficio postale San Terenzo; si trova in viale della Vittoria 4/b a Lerici.

La compilazione del bollettino collegato è stata affidata al sindaco, Leonardo Paoletti. Il quale evoca quella notte del 28 settembre 1922, quando la comunità locale “fu colpita da una tragedia destinata a segnare la sua storia, imprimendo un ricordo indelebile”. Alle 2.58 un fulmine colpì il forte militare in cui erano stivate 1.500 tonnellate di esplosivo. La deflagrazione fece saltare in aria il complesso e l’onda d’urto si propagò per un raggio di diversi chilometri, devastando uliveti, scoperchiando tetti, causando 143 morti e oltre 800 feriti. I danni risultarono incalcolabili. “La macchina dei soccorsi e della solidarietà fu talmente tempestiva e organizzata che l’episodio si può annoverare tra le primissime forme di protezione civile”.

Fonte: Vaccari News

francobollo di falconara

inaugurazione de La Metamorfosi della Fenice

La metamorfosi della fenice – inaugurazione

Questa mattina in occasione della cerimonia di commemorazione del centesimo anniversario dello scoppio di Falconara, abbiamo incontrato Antonio De Paoli, l’artista che ha realizzato la statua de “La metamorfosi della Fenice” che resterà sul lungo mare di San Terenzo a memoria perenne dello Scoppio di Falconara.

“Rinascere dalle ceneri e non fermarsi nella trasformazione. La natura e l’uomo, come questa Fenice, continuano la loro evoluzione verso la prosperità e il benessere riconquistando e modificando i propri spazi, facendosi tesoro del passato e guardando al futuro”. Così recita la targa affissa ai piedi della statua.

fonte: La Gazzetta della Spezia 

Un santuario a cielo aperto

Pianarca di Cannara Luogo della Predica agli Uccelli

ARTE ARCHITETTURA AD ASSISI IERI E DOMANI

Il verde definisce il perimetro (le pareti per l’esattezza), mentre il cielo rappresenta il soffitto: questi gli elementi architettonici del santuario a cielo aperto di Piandarca a Cannara, luogo della predica agli uccelli di San Francesco.

L’architetto Franco Purini scriveva che esiste una differenza sottile e determinante tra la definizione dei concetti di origine e inizio, anche se spesso vengono intesi come sinonimi: la parola origine riguarda il momento in cui si forma nella nostra mente un’idea, la prima fase di un’intuizione; la parola inizio invece significa cominciare un percorso.

Il cammino che ha portato alla valorizzazione di Piandarca è stato un percorso lungo e ben organizzato, guidato dall’amministrazione Comunale e dal comitato Piandarca che insieme hanno creduto in un’idea trasformandola appunto in un progetto: nel 2017 il comitato per la difesa e per la valorizzazione di Piandarca ha bandito un concorso internazionale per la realizzazione di una statua e un altare dedicati a San Francesco e alla predica agli uccelli: sono stati più di sessanta gli artisti che da tutto il mondo hanno partecipato al concorso, ma a vincere è stato Antonio De Paoli, artista pavese con spiccata sensibilità e pregevole concezione dell’ambiente.

Il progetto prevede ancora la realizzazione di un altare che, insieme alla statua, andranno a definire il santuario a cielo aperto tanto a cuore alla comunità di Cannara e delle zone limitrofe: pochi anni fa infatti fu lanciata una campagna di beneficenza per la realizzazione di queste opere che ha portato ad oggi una cifra di circa 34.000 €.

Il 12 Giugno 2022 finalmente è stata svelata la statua di San Francesco in un contesto suggestivo e partecipato: una giornata storica e di grande festa.

Ma ora concentriamoci sull’opera di De Paoli: un San Francesco in bronzo intento a raggiungere un contatto fisico con un uccello in volo mentre un altro gli sfiora la veste.

Il Santo lo troviamo in punta di piedi, immerso nel vortice originato dalla “danza” con gli uccelli: è la semplicità a vincere sempre, purché valorizzata in tutte le sue contraddizioni e complessità.

Tanti altri sono stati i progetti e tante le associazioni coinvolte in questo grande progetto: tra queste troviamo anche il Fai che, candidando Piandarca come luogo del cuore, è riuscito ad ottenere ulteriori fondi per la valorizzazione di un percorso che congiunge il Bosco di San Francesco e Piandarca.

Nell’arte o nell’architettura si è sempre di fronte ad una scelta importante: ridurre al minimo il percorso progettuale e ottenere appieno l’essenza primordiale dell’idea (anche se senza struttura e quindi debole), o dare il via ad un processo lungo e faticoso che porta però ad una struttura solida e duratura. Potremmo dire in altre parole, a proposito di pennuti: meglio l’uovo oggi o la gallina domani? A Piandarca di certo hanno scelto gli uccelli domani.

LA CUSTODIA CHE RICHIEDE L’impegno ora sta nel portare a termine il percorso e mantenere in salute lo stato del luogo: un santuario all’aperto che racconta se stesso e il senso della comunità.

di Simone Menichelli

Fonte:

Il RUBINO Luglio-Agosto 2022

(il Dio) Giano con l’architetto Simone Menichelli

San Francesco di Antonio De Paoli

Il San Francesco di De Paoli inaugurato alle porte di Assisi

Il San Francesco di De Paoli inaugurato alle porte di Assisi

Cerimonia alla presenza dell’artista di Pavia nelle campagne di Piandarca È il luogo dove, secondo la tradizione, il santo povero predicava agli uccelli

Tra campi di grano e distese di girasoli, nella pianura silenziosa di Piandarca, comune non lontano da Assisi, il San Francesco in bronzo dello scultore pavese Antonio De Paoli alza le mani al cielo.

Il luogo dove il santo, 801 anni fa secondo i più antichi agiografi, tenne il famoso discorso agli uccelli diventerà presto un santuario all’aperto e sarà sempre De Paoli a realizzare anche l’altare in marmo di Carrara.

Andate e riempite il cielo di canti, titolo della scultura alta due metri, è stata inaugurata domenica all’imbrunire, alla presenza dell’artista (accompagnato nella trasferta umbra da Paolo Affronti e dal vice-sindaco di Corvino San Quirico Fabio Bruni ….) e delle massime autorità religiose (tra cui il ministro generale dell’Ordine francescano secolare Tibor Kauser e Fra’ Jorge Fernandez dell’Ordine dei frati minori conventuali del Sacro convento di Assisi), militari e civili (la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, il sindaco di Assisi, Stefania Proietti, e ovviamente quello di Cannara, Fabrizio Gareggia).

Cinquecento persone hanno assistito allo svelamento della scultura forgiata nel suo studio-atelier di Corvino San Quirico.

«E’ stato un momento emozionante, San Francesco unisce cielo e terra, ma soprattutto unisce le persone» commenta De Paoli appena rientrato da Assisi. «Quando ho fatto il sopralluogo, prima di vincere il concorso e mettermi all’opera –ha spiegato De Paoli durante la cerimonia di domenica –mi hanno ispirato la natura e il silenzio del posto. Ho dato l’anima per questo lavoro, certi uomini hanno la prerogativa di essere eterni, restano scolpiti per sempre, San Francesco rappresenta la figura più vicina a Cristo. Ho scelto di rappresentare il santo immerso in un volo d’uccello, non è una statua ma la scultura dell’azione che diventa significato stesso di quello che lui vuole esprimere, il contatto tra la terra e il cielo, l’abbraccio al Creato».

Promotore del progettò è il Comitato Piandarca impegnato nella conservazione del sito, inserito anche tra I luoghi del cuore del Fai. Piandarca si trova sulla vecchia strada che unisce Cannara a Bevagna. E incrocia anche i cammini dei pellegrini che da domenica potranno fermarsi in preghiera davanti alla statua di San Francesco.

L’opera è in bronzo, materiale amato dallo scultore pavese che l’ha utilizzato anche per i portali della chiesa di San Vittore a Casorate Primo e perla cappella di Montepico a Fortunago. Ma dal suo studio, sulle colline, non sono usciti solo lavori di arte sacra. Suo è il monumento dedicato a Giovanni Flash Parisi, campione mondiale Wbo, che svetta nel giardino di fronte alla palestra dell’Asd Boxe Voghera in via Kennedy. —

di M. GRAZIA PICCALUGA

Fonti: La Provincia Pavese del 15/06/2022

San Francesco di Antonio De Paoli a Piandarca

Installata la statua di San Francesco creata dall’artista pavese De Paoli

Raffigura il Fraticello di Assisi nella nota predica agli uccelli La si può ammirare nella località umbra di Piandarca

«Ora è lì, nel posto dove lo avevo immaginato nel 2017». L’artista pavese Antonio De Paoli, domenica ha materialmente svelato la sua scultura di San Francesco a Piandarca, località della predica agli uccelli nel comune di Cannara (Perugia).

Una cerimonia di svelamento iniziata da piazza San Francesco a Cannara con una processione che ha ripercorso i passi del Santo per arrivare all’appezzamento di terreno acquistato dalla parrocchia per la riscoperta e promozione del luogo mistico del celebre episodio narrato anche nei Fioretti.

Un evento al quale hanno partecipato anche la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, il sindaco di Assisi, Stefania Proietti, e ovviamente quello di Cannara, Fabrizio Gareggia, padre Rafael Normando (del Sacro convento di Assisi), il parroco di Cannara don Maurizio Saba e a delegati degli Ordini francescani.

Il presidente del Comitato Piandarca, Ottaviano Turrioni, ha concluso gli interventi che hanno preceduto lo svelamento da parte del maestro pavese, che ha ricordato il momento del suo sopralluogo sul posto prima di partecipare (poi vincendo) al concorso internazionale per la realizzazione della statua e dell’altare (quest’ultimo ancora da finanziare e realizzare).

«Quando feci il sopralluogo qui nel 2017 l’ispirazione mi arrivò immediatamente»

«Ebbi subito un’emozione in quest’ambiente – ricorda De Paoli – rapportato a quello che rappresenta, il luogo dove predicò agli uccelli. In quel momento volò proprio uno stormo di uccelli, proprio quando posai in questo luogo che non era come ora, era incolto. Ora è una basilica vera e propria, all’aperto, senza mura, il soffitto è il cielo. L’ispirazione fu immediata».

L’artista ammette la difficoltà nel cercare di rappresentare una figura come San Francesco. «Scelsi – spiega ancora De Paoli – di rappresentare l’azione, un avvenimento, tutto racchiuso in una movenza, in una materia che in qualche modo esprima, attraverso forme, un concetto unico: il ponte tra la terra e il cielo».

Ripercorrendo i passaggi della realizzazione dell’opera, ricorda l’artista: «creai un vortice, che accompagna la figura di san Francesco quasi in un volo simbolico».

di Stefano Zanette

Fonti: Il Giorno del 14/06/2022

San Francesco di Antonio De Paoli a Piandarca

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